Il bello dell’apnea

Non è un caso che lo snorkeling, o meglio quella già citata tecnica di “piccola apnea”, stia conoscendo all’estero un notevole successo. Certo, un mare tropicale offre ben altre possibilità, ma non si creda che il Mediterraneo sia poi così avaro. Ferma restando la motivazione base, ovvero quella del piacere dell’immersione in apnea, che tale può essere anche scendendo su un fondale di sabbia, magari quando l’acqua è cristallo e il sole disegna sul fondo un continuo succedersi di arabeschi luminosi. L’apnea non ha i limiti di autonomia delle bombole, e se la cosa non vi stanca potrete godervi un bel fondale anche per alcune ore (attenti alle scottature se siete senza muta). Se l’ambiente non è troppo disturbato, scoprirete quanta vita si nasconde nei primi dieci metri di profondità. Branchi di salpe, splendide nei loro colori accesi dal sole, di castagnole e di occhiate, a volte ammucchiate in centinaia di esemplari, non sono un incontro raro e se saprete muovervi con un minimo di accortezza potranno essere avvicinati senza difficoltà. Anche altri pesci come labridi, cefali e piccoli saraghi, nel silenzio dell’apnea potranno essere osservati con reciproca curiosità. Di prammatica l’incontro con qualche murena o un polpo, di fronte a cui resta sempre il dilemma: farne un’insalata, metterlo in umido con le patate o limitarsi a grattargli la testa in segno di amicizia. Fuori da ogni ipocrisia, la scelta resta personale e spesso dettata dalla situazione e apre la porta su un’altra considerazione: un minimo di capacità in apnea consente anche di arricchire la mensa di bordo. Ricci e molluschi vari, ovviamente nel rispetto delle regole, ma anche pesci per chi vuole provare le prime emozioni della pesca subacquea. Un’unica raccomandazione: le vostre prime prede saranno certo pesci facili, ma questo non vuol dire esemplari giovanili e sottomisura di specie di taglia media ben superiore. Ricordate che un buon pescatore subacqueo è il primo difensore dell’ambiente.