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Indice degli argomenti

Introduzione
Immersioni in apnea
Immersioni con ARA
Conoscere il nostro corpo
La pressione e i suoi effetti
- La compensazione
- La legge di Pascal
- Il principio di Torricelli
- Legge di Boyle e Mariotte
- Compensare la pressione
- Sovradistensione polmonare
- Malattia da decompressione (MDD)
- Narcosi d'azoto
Respirazione, consumi e autonomia
Il tempo di immersione
Gli incidenti
La compensazione
La compensazione

All’interno del timpano c’è aria (gas, quindi comprimibile). Sul timpano l’acqua esercita la sua pressione che va annullata con una forza pari dall’interno per non avere deformazioni e lesioni: questo si ottiene tramite la compensazione. E’ necessario compensare tutte le volte che se ne sente la necessità. Esistono varie tecniche di compensazione. La più comune è la “Valsava” che consiste nel chiudersi il naso con le dita e spingere con dolcezza l’aria a bocca chiusa. Il “Marcante-Odaglia” consiste nello spingere, a naso chiuso, la lingua sul palato molle. E’ inoltre da ricordare la deglutizione, anche se spesso non è efficace, quindi poco consigliabile. Immediatamente dopo l’entrata in acqua spostare la testa prima su un lato e poi sull’altro facendo in modo che l’acqua venga a contatto con le orecchie; si eviterà così il colpo d’ariete. Se non si riesce a compensare durante la discesa bisogna risalire di qualche metro, fino a quando la manovra non avrà successo. Durante la risalita in genere non si hanno problemi perché l’aria in eccesso defluisce automaticamente. In caso di forte raffreddore rinunciare all’immersione e comunque prima dell’immersione non usare spry o pastiglie decongestionanti (pericolo di estroflessione in risalita). In ogni caso, se non riesci a compensare, rinuncia all’immersione.

 
 
 

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